Andrea Iervolino e Antonio Banderas (Photo by Venturelli/Getty Images)

Estratto dall’articolo di copertina del numero di agosto di Forbes. Scopri l’intervista completa in edicola. Abbonati.

Andrea Iervolino è molto religioso. Durante la giornata trova sempre il tempo per pregare. Ma trova anche il tempo per fare mille altre cose. Sarà la giovane età, 31 anni, sarà che dorme solo quattro ore per notte. Sì, può darsi. Ma la grande carica che ha addosso ha radici profonde nella sua infanzia. Oggi scherza dicendo una grande, e seria, verità. “La fortuna più grande per una persona è nascere sfigato. Perché hai davanti due strade. O ti abbatti o diventi Rocky. Io ho deciso di diventare Rocky. Sin da bambino non mi sono mai arreso davanti ai miei limiti”.

Andrea viene da Cervaro, nel Lazio, a due passi da Cassino. Oggi ha una base in Canada dove è arrivato seguendo la famiglia della madre, ma praticamente vive in tutto il mondo saltando da un aereo all’altro, passando da un albergo a un altro, ma soprattutto da una riunione, da un incontro con le principali star di Hollywood, da un set cinematografico all’altro. Andrea Iervolino è uno dei più grandi produttori cinematografici del mondo. Ha fatto quasi 100 film con tutte le più grandi star, è riuscito a far recitare in uno spezzone persino Papa Francesco (quello vero) in uno spezzone di uno dei suoi film. Ma non si atteggia a superuomo. È un ragazzo alto, magro, barba alla moda, ben vestito, sorridente, disponibile. Sicuramente piace alle donne. Accenna una leggera balbuzie, il segreto recondito del suo successo.

A proposito di successi, poco più di un anno fa Andrea è riuscito a raccogliere oltre 575 milioni di dollari con la sua TaTaTu, una piattaforma on demand che offre film, video musicali e sportivi oltre a programmi tv e altri contenuti. Il mercato ha aderito con entusiasmo alla sua Ico (Initial coin offering) che, per volume di capitali raccolti, è la terza nella storia dopo quelle di Telegram ed Eos. Nonostante il suo italiano che spesso si shakera con qualche vocabolo americano, Andrea Iervolino è rimasto profondamente legato al suo paese di origine. Così ha deciso di consolidarsi in Italia quotando all’Aim di Borsa italiana, la sua Iervolino Entertainment. Ma dietro c’è il suo sogno nel cassetto: produrre film in Italia con la cultura cinematografica americana, con attori, sceneggiatori e registi di primo piano. E distribuirli in tutto il mondo.

Andrea sin da piccolo ha sempre lavorato. Curava i giardini, puliva una piscina, faceva il cameriere. Mai per necessità pura, perché “mangiare a casa si mangiava tutti i giorni, e ricordo ancora quei gran piatti di pasta al pomodoro che è rimasta una delle mie passioni”. Lo faceva per senso di responsabilità, perché non voleva pesare sulla sua famiglia. La prima attività in proprio l’ha messa su a 13 anni con due amici: Rinaldo che aveva una r moscia molto pronunciata, e Benedetto, un ragazzone più largo che lungo. Si misero a fare siti internet quando dalle parti di Cassino si era agli albori dell’era web. Ebbero la fiducia dei commercianti e cominciarono una discreta attività con tanto di brand: “Noi siamo il futuro”.

Le cose cominciavano a girare e andarono ancora meglio per Andrea quando nel cortile dove giocava un giorno si presentò una ragazzina molto bella. Gli piaceva tantissimo ma era convinto che mai si sarebbe fidanzata con lui. “Invece un giorno mi si è avvicinata e mi ha detto che voleva stare con me. Ho avuto la mia rivincita: avevo la ragazza più bella, avevo un po’ di soldi in tasca e lo scooter. La vita finalmente mi sorrideva”.

Ma dopo un paio d’anni la fidanzatina lo lasciò. Andrea, in preda allo sconforto, decise di andare via da Cervaro, di chiudere una parentesi. Trovò un lavoro da animatore a Bibione dove fece esperienza organizzando piccoli spettacoli in grande autonomia con regista, copione, truccatore, costumista, insomma tutte le figure necessarie per fare un film. “Iniziai ad avere una sicurezza che non avevo mai avuto prima. Non parlavo ancora benissimo ma cominciavo a comunicare meglio. Forse perché avevo avuto un ruolo da boss”, racconta Andrea. Finita l’estate tornò a Cassino. Riunì Benedetto e Rinaldo e disse: “Basta con i siti internet, basta con ‘Noi siamo il futuro’. Da oggi produciamo film”.

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