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Lo chef Bartolini firma la Prima della Scala

Albero di arance con gelato al cioccolato ai 3 fondenti Amedei e zabaione al rum

La firma è inconfondibile, una granitica certezza: a realizzare i piatti per la tradizionale cena di gala nelle sontuose sale della Società del Giardino, in occasione dell’attesissima Prima della Teatro alla Scala del 7 dicembre, sarà un mostro sacro, lo chef Enrico Bartolini, fresco della terza stella Michelin al timone del ristorante interno al Mudec. Che con quest’ultimo riconoscimento sale a quota otto: oltre alle due collezionate per il ristorante Glam di Venezia, una per il Casual di Bergamo e per la Locanda del Sant’Uffizio a Cioccaro di Penango, in provincia di Asti, e un’altra per la Trattoria di Castiglione della Pescaia.

    Enrico Bartolini
    Risotto alle rape rosse e salsa gorgonzola
    Enrico Bartolini © Paolo Chiodini
    Enrico Bartolini © Paolo Chiodini

L’ispirazione per la blasonata cena? L’opera che verrà messa in scena nel più celebre teatro meneghino, la Tosca di Puccini. Un omaggio alla Toscana, terra natale del compositore, originario di Lucca, affidato alle sapienti mani di Bartolini, nato a Castelmartini, in provincia di Pistoia, classe 1979. Una serata ambita e attesissima, 500 gli ospiti, dove l’espressione della sublime arte musicale di Puccini si fonderà con l’eccellenza della cultura gastronomica milanese e nostrana, il tutto bagnato dalle eccellenti bollicine Franciacorta Brut DOCG “Teatro alla Scala” – Bellavista e addolcito dai cioccolatini artigianali di Amedei  (da quest’anno fornitore ufficiale della Scala).

Una cucina contemporanea, quella di Bertolini, che spazia tra solida classicità e ardita sperimentazione: “Sono onorato – commenta il superchef – di essere stato scelto da Caffè Scala per la realizzazione di questa cena, evento di straordinaria importanza per Milano. Con Salvatore Quartulli, anima di Caffè Scala, abbiamo studiato un menu che possa esprimere l’essenza della nostra grande cucina italiana interpretando in chiave moderna ingredienti e piatti lombardi e toscani, in un’armonia di sapori”. Per iniziare, “minestra di cavolo nero e piccione” (tra le carni più pregiate e apprezzate dall’aristocrazia dell’epoca), seguita da “ceci, seppioline e cacciucco”, un must della cucina livornese. Per continuare, un icon dish dello chef: risotto rape rosse e salsa gorgonzola, ribattezzato per l’occasione “Omaggio a Cavaradossi”, il protagonista maschile dell’opera pucciniana, innamorato di Tosca; come secondo, “Tenerezza di Vitello”, rivisitazione di una pietanza classica, arricchito da una spezia esotica come la curcuma, accompagnato da millefoglie di funghi e patate. E per concludere in dolcezza, la golosità dello Zabaione, montato al momento con i profumi mediterranei e servito su un albero di arance e cioccolato fondente.

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