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Investire nel futuro secondo Alessandro Foti, il papà della prima banca digitale italiana

Alessandro Foti, amministratore delegato e direttore generale di FinecoBank (Photo: Roberta Bruno)

Estratto dall’articolo di copertina del numero di dicembre di Forbes. Scopri l’intervista completa in edicola. Abbonati.

“Si stava aprendo uno spazio. Abbiamo colto l’occasione”. Alessandro Foti, un uomo chiamato Fineco, vista la sua totale simbiosi con l’azienda finanziaria per cui lavora da oltre 20 anni, racconta, con la semplicità con cui si indica la via a un forestiero, la grande intuizione che, alla fine del secolo scorso, ha portato lui e un gruppo di manager a creare la prima banca digitale: Fineco, appunto. Oggi guida la banca che nel frattempo è diventata completamente indipendente, liberandosi anche dell’abbraccio di Unicredit che l’ha sostenuta negli ultimi anni. Ma ormai la strada di Foti, grande appassionato di montagna e di ciclismo, era segnata: andare da solo, in compagnia dei suoi manager, degli altri azionisti e soprattutto dal quasi milione e mezzo di clienti che in Italia hanno scelto Fineco mentre altre decine di migliaia la stanno scegliendo in Gran Bretagna, il paese scelto per iniziare l’espansione all’estero.

Concentrandosi però sul Belpaese e sulla base dell’osservatorio di Fineco, Alessandro Foti evidenzia un aspetto sempre più evidente, ossia che “l’asset allocation è poco efficiente e che gli italiani sono dei grandi risparmiatori, ma pessimi investitori, ancora legati all’immobile”.  Non è quindi un caso se le stime rivelate dall’ad e direttore generale di Fineco “vi sia uno stock di ricchezza accumulata, soprattutto dalle generazioni passata, molto rilevante. Si parla di 4.400 miliardi di ricchezza finanziaria e 5.500 miliardi di quella immobiliare, praticamente quattro volte il valore del debito pubblico.”

Va sottolineato però che l’Italia invecchia e cresce poco e questo, secondo Foti, “sta rallentando il processo di accrescimento di questo stock e di conseguenza sta comportando dei cambiamenti nei comportamenti della clientela”. Infatti, se prima le persone che avevano un reddito erano meno attente alla gestione, adesso, evidenzia Foti, “sta accadendo il contrario perché comincia a farsi largo una situazione dove una parte importante di quello che serve per mantenere il proprio stile di vita dipende dalla gestione del risparmio”. Proprio per questo in Italia si sta verificando un importante passaggio storico o, con più precisione, un cambiamento generazionale. Tant’è che, evidenzia l’ad di Fineco, nei prossimi 15 anni tra il 70% e il 75% della ricchezza passerà di mano”. Fattore che inevitabilmente sta portando “un’accelerazione del processo di cultura finanziaria, perché la gente capisce non non può più gestire in maniera trasandata il proprio denaro”. 

Ancora però gli italiani sottovalutano il concetto di pianificazione del loro futuro. Guardando con attenzione, evidenzia Foti, “stiamo accumulando un gap pensionistico, ciò significa che probabilmente quello che riceveremo come pensione in futuro sarà una somma che difficilmente riuscirà a garantire lo stile di vita che abbiamo adesso”. Di conseguenza, continua l’ad di Fineco, “bisognerebbe pensare a una pianificazione a lungo termine” e difendersi soprattutto dall’inflazione, considerata da Foti “un pericolo nascosto di cui molti non si rendono conto. Il potere di erosione del patrimonio è molto alto”. L’attuale contesto di incertezza e di volatilità secondo Alessandro Foti può anche essere considerato “un contributo molto salutare per procedere nel processo dell’educazione finanziaria della clientela. Inoltre fa emergere con chiarezza l’importanza e la necessità della diversificazione”.

Considerando questi aspetti, in primis la scarsa cultura finanziaria e la gestione del proprio patrimonio, Alessandro Foti consiglia la cosiddetta “strategia del decumulo”, un approccio prudente “che consigliamo ai clienti che vogliono essere cauti, ma che allo stesso tempo non vogliono restare impigliati nella trappola della liquidità”. Infine, visto che il 2019 volge al termine, l’amministratore delegato di Fineco non poteva non dare un suo consiglio per il 2020: Prima di investire, tenete sempre ben presente obiettivi di vita e orizzonte temporale. Con un’attenzione particolare alla diversificazione”.

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