Turismo viaggi aeroporto
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Viaggi e turismo alla prova del coronavirus e degli allarmismi

Turismo viaggi aeroporto
(Foto di Jan Vašek da Pixabay)

Viaggi e turismo chiedono alle istituzioni di fare presto con interventi a supporto del comparto provato dalle conseguenze del coronavirus e invitano tutti quanti a ridimensionare l’allarmismo per arrestare l’emorragia del danno economico che si sta verificando. Decine di milioni di euro, tanto vale secondo i tour operator di Astoi Confindustria Viaggi il danno sul comparto turismo già causato dal coronavirus.

Vacanze estive a rischio. “Praticamente quasi tutte le principali destinazioni turistiche per il mercato italiano dell’outgoing – si legge in una nota dell’associazione che riunisce il 90% dei tour operator italiani – hanno adottato misure restrittive respingendo all’ingresso i cittadini italiani, a volte in modo schizofrenico e senza che fosse attivata da parte del nostro Governo una rete diplomatica di coordinamento, di puntuale informazione verso gli stessi Paesi e di gestione delle conseguenze causate a turisti e a operatori italiani”.

Oltre il danno la beffa: i tour operating infatti sono stati costretti in più di un caso a inviare aeromobili vuoti per riportare in Italia i nostri connazionali da Repubblica Domenicana e altre destinazioni chiuse come Mauritius, Giamaica, Capo Verde, Oman. Nemmeno al momento, i tour operator sono in grado di proporre destinazioni alternative per garantire continuità aziendale.

Il rischio, secondo Astoi, è niente di meno che il “collasso delle aziende del comparto del turismo organizzato”, una porzione di economia che conta oltre 12 mila imprese e dà occupazione a più di 50 mila addetti. Senza considerare l’indotto.

“Sono deluso e amareggiato dai comportamenti della nostra classe politica, di cui non vedo una cabina di regia ma solo interventi in grado di creare allarmismo e panico”, commenta Franco Gattinoni, presidente del gruppo Gattinoni per cui lavorano più 450 persone, un network da 1.500 agenzie affiliate tra Italia, Svizzera e San Marino. “Credo che in ambito nazionale e regionale si stia nettamente sottovalutando l’entità dell’impatto economico che si sta arrecando al nostro Paese e la gravità delle perdite”, spiega. “All’estero sono stati più pragmatici e risoluti nell’affrontare la situazione, senza sottovalutarla ma senza nemmeno terrorizzare l’opinione pubblica”.

Secondo Gattinoni “è assolutamente necessario ridimensionare l’allarmismo creato in questa settimana, per cercare di recuperare i gravi danni economici già procurati. Per farlo noi imprenditori stiamo cercando un dialogo con le istituzioni attraverso interlocutori accreditati come Confindustria o Confcommercio, per chiedere al governo di iniziare a rivedere i toni allarmistici utilizzati fino a ora perché si possa tornare presto alla normalità”.

Serve, inoltre, osserva Gattinoni, “dare seguito alle richieste di aiuto che stanno arrivando dalle varie associazioni di categoria del turismo in tema di ammortizzatori sociali e sgravi fiscali alle imprese colpite da questa crisi, e non solo nelle zone rosse. Le aziende stanno cancellando viaggi leisure e business, eventi e incentive di marzo, non solo a Milano ma anche nel resto d’Italia e all’estero. Un grave danno per tutto il comparto che subirà importanti ripercussioni economiche sui prossimi 12 mesi”.

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