medicina e nuove tecnologie
Innovation

Dal Polihub di Milano al mondo, la storia di Thereson

Michela Cocchi Bianchi, direttore vendite internazionali di Thereson Srl

di Antonio Ferrario

Intervista a Michela Cocchi Bianchi, direttore vendite internazionali di Thereson, Srl nata all’interno del PoliHub del Politecnico di Milano.

Che cos’è Thereson e come funziona? Qual è la tecnologia medica alla base? 

A novembre ero a Dusseldorf a Medica, ed un signore distinto di mezza età, mi chiese perché il nostro device gli avrebbe consentito di correre 4 volte alla settimana e non essere stanco. Ecco Thereson migliora le nostre performance lasciando inalterato tutto quello che già facciamo. La maturità della popolazione e la maggiore incidenza di patologie croniche e degenerative hanno spinto Thereson, azienda biomedicale italiana ed europea, ad investire, nello sviluppo e nella diffusione della Risonanza Magnetica Terapeutica, o TMR.
Thereson si è dedicata all’attività di ricerca clinica e scientifica, con l’intento di dimostrare l’efficacia del trattamento per la prevenzione, la cura e il contenimento delle patologie vascolari, croniche e sistemiche, in particolare le ulcere da piede diabetico, estendendolo successivamente alle patologie osteoarticolari e muscoloscheletriche.
Abbiamo compreso, che stimolando la membrana cellulare tramite campi magnetici pulsati, a bassa frequenza ed a bassa intensità, il campo di applicazione della TMR si estende efficacemente alla riparazione di tessuti ed organi danneggiati e dai traumi sino all’invecchiamento, in maniera da ripristinare o migliorare il funzionamento biologico. Se questo vale per le patologie degenerative, l’impatto positivo anti-age è ancora più forte nelle performance sportive.

Quali sono gli effetti biologici principali?

Sono quattro: miglior approvvigionamento dell’ossigeno attraverso la riattivazione del microcircolo, azione sulla sintesi proteica, stabilizzazione dell’equilibrio ossidativo con conseguente riduzione dei radicali liberi, riduzione di infiammazioni croniche. TMR può prevenire e curare le patologie degenerative tra cui: patologie vascolari, arteriose, venose e linfatiche, ulcere da decubito, piede diabetico, ferite post chirurgiche, patologie osteoarticolari (artrosi, artrite, osteoporosi, rigidità articolari e fratture).
Thereson, ha investito più di 6 milioni di euro in ricerca e ciò ci ha permesso di realizzare svariate pubblicazioni scientifiche. Importanti anche gli studi clinici eseguiti in ambito sportivo, a livello agonistico, presso diverse squadre calcistiche di serie A, dai quali abbiamo avuto risposta positiva non solo sul potenziamento della performance dell’atleta ma soprattutto sulla rapida guarigione in caso di trauma muscolo scheletrico.
Ad oggi Thereson può vantare decine di migliaia di pazienti trattati in ambito ospedaliero e domiciliare e sportivi in ambito professionale ed amatoriale.

Come è stato validato scientificamente e come pensate di commercializzarlo?

Il device è stato validato a livello biologico, biochimico e biofisico attraverso numerose pubblicazioni internazionali su riviste di rilievo. Sono stati realizzate diverse ricerche cliniche ed in particolare è stato effettuato uno studio randomizzato in doppio cieco, sul piede diabetico, dal professor Piaggesi (direttore della sezione centro ricerche piede diabetico dell’Università di Pisa).
La metodica TMR è ad oggi utilizzata anche all’interno della società italiana di medicina e chirurgia rigenerativa SIMCRI. La società ha intrapreso una collaborazione con il CNR (nello specifico con la professoressa Ferreri) al fine di studiare le interazioni della membrana cellulare con TMR per la riduzione dell’acido arachidonico. Collaboriamo inoltre con il professor Sanchez in relazione ozono e stress ossidativo.
Il dispositivo TMR è stato sviluppato e progettato non solo per l’utilizzo in ambito clinico ambulatoriale ma anche per un impiego domiciliare. I pazienti possono gestire autonomamente il trattamento direttamente da casa grazie ad un display di facile utilizzo. Ora più che mai emerge la necessità per i pazienti cronici di disporre di device in grado di curare le patologie in modo efficace e in assenza di qualunque effetto collaterale.

Qual è l’obiettivo della società ora?

La società ha come obbiettivo quello di posizionarsi sui mercati a livello globale, intendiamo trovare distributori in ogni nazione per accelerare la diffusione della TMR. Per quanto riguarda il mercato europeo abbiamo trovato distributori su territorio italiano e in UK stiamo iniziando il processo di registrazione presso il National Health Service NHS. In Middle East siamo già presenti nelle cliniche Medstar a Dubai e stiamo completando l’iter certificativo. In Asia Pacific la società ha preso come punto di riferimento Singapore, dove stiamo iniziando l’iter autorizzativo e negli Usa, Thereson ha come obbiettivo quello di ottenere la certificazione dalla FDA per le malattie neurodegenerative quali sclerosi multipla, Parkinson e Alzheimer. In Cina stiamo attualmente cercando un partner locale per iniziare la produzione e la distribuzione.

In termini di IP Protection quali sono le strategie messe in campo?

La strategia adottata è stata quella di realizzare diversi brevetti in grado di proteggere le singole frequenze e il successivo raggruppamento in pacchetti e sequenze/treni. La nostra attuale sede è il Polihub del Politecnico di Milano a conferma della nostra dedizione alla ricerca e all’innovazione. La strategia attuale, così come quella futura, si incentra sull’impacchettamento di gruppi di frequenze, in programmi per le singole patologie.

Come si arriva alla realizzazione di una tecnologia di questo tipo? Quali sono i passi e le competenze che vi hanno consentito di raggiungere il risultato? C’è il lavoro di un team alle spalle?

Thereson investe in ricerca e sviluppo R&D il 18% del fatturato e questo rimane il nostro fattore critico di successo. Abbiamo un asso nella manica notevole in quanto l’ingegner Alberto Conti, responsabile della divisione di ricerca e sviluppo della società, nonché socio di maggioranza, si è occupato dello studio di interazione dei campi elettromagnetici con i sistemi biologici, per oltre 20 anni e ciò permette una progressione continua nella ricerca.
Per raggiungere risultati efficienti e sempre più performanti è necessaria la costruzione di un team formato da persone esperte nelle diverse materie di competenza. Sono molto orgogliosa del team di professionisti che guidano la mia azienda ed in particolare:
Dal dottor Vincenzo Di Donna, chirurgo vascolare, direttore scientifico e CEO della società che attraverso la sua passione e intraprendenza scientifica trasforma il know-how medicale in cura per il paziente.
Il dottor Paolo Branchi, bocconiano e former Partner di Accenture, che svolge la funzione di CFO valorizzando il know-how scientifico tramutandolo in valore finanziario oltre ad implementare con la sua esperienza internazionale il piano strategico di commercializzazione globale.
L’avvocato con approfondimenti ingegneristici Enrico Buffatti si occupa delle questioni legali di intellectual property oltre a seguire gli aspetti di contrattualistica e legacy internazionali.
Personalmente mi occupo della parte relativa al Marketing internazionale ed alla relazione con gli stakeholder. Operando in campo medico scientifico i nostri interlocutori sono sempre più, e lo vediamo in questi giorni di crisi sanitaria, sicuramenti i grossi player internazionali, certamente i nostri clienti ma sempre più i Governi e le Health Authority che chiedono soluzioni multifunzionali sempre più preventive nella efficacia dei loro interventi. Maggiori vantaggi per i pazienti non necessariamente a fronte di maggiori costi.
Di notevole importanza è anche il comitato scientifico che ci permette di continuare a produrre pubblicazioni di rilievo.
Colgo l’occasione per ringraziare le persone sopracitate e tutti gli altri dipendenti e professionisti che ci supportano giornalmente, pensi che operiamo con 14 dei maggiori sistemi sanitari nel mondo. 

Quale impatto vorreste lasciare con questa importante innovazione nel settore della tecnologia medica?

Thereson nasce con il desiderio di cambiare la vita a milioni di persone malate e con il sogno di modificare il sistema medico odierno, incentrandosi maggiormente sulla cura delle patologie, preventiva, continua e non solo sulla mitigazione dei sintomi. Come abbiamo esposto all’Arab Health Convention di gennaio 2020 a Dubai, crediamo in una medicina, integrata con la tecnologia, che dia risposte innovative, efficaci ma anche accessibili ai pazienti, con soluzioni che possano anche mantenere sempre più a lungo le proprie performance sportive amatoriali e professionali.

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