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Google ha deciso di mettere il machine learning a disposizione di tutti

Il ceo di Google Sundar Pichai al Google Next.

SAN FRANCISCO – Sicurezza, intelligenza artificiale, open-source. Sono queste le tre parole chiave di Google Next, la conferenza cominciata ieri al Moscone Center di San Francisco, “la più grande della storia di Google”: 20mila partecipanti e oltre 700 speaker nell’arco di tre giorni e un intero quartiere della città californiana trasformato in una sorta di quartier generale temporaneo dell’azienda di stanza a Mountain View.

Il tema centrale dell’appuntamento è il cloud, la tecnologia su cui da un paio d’anni la società del ceo Sundar Pichai sta puntando le sue fiches più pesanti. Sul palco di Next, Pichai ha messo in chiaro che Google utilizza per lo sviluppo del suo cloud un approccio “AI-first”, con una missione: portare i sistemi di machine learning alla portata di tutte le aziende, anche quelle sprovviste di sviluppatori interni. Perché, come ha spiegato Prabhakar Raghavan, vp delle Google Apps, “l’uso dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro dev’essere qualcosa di più che parlare a una scatola di plastica”.

I tre annunci più importanti del primo giorno hanno riguardato Cloud AutoML, una suite che automatizza processi complessi di machine learning creando modelli semplificati per le esigenze delle aziende che non hanno risorse dedite al coding. In particolare, sono stati rilasciati in beta pubblica – e quindi sono accessibili a tutti – tre nuovi modelli personalizzabili di machine learning: Vision, Natural Language e Translation.

Il primo permette di automatizzare il riconoscimento di immagini: il brand di moda Urban Outfitters lo ha utilizzato per riconoscere i diversi modelli di vestiti del proprio catalogo in tempo reale, riducendo il tempo di analisi del contenuto da 10 a 3 secondi. Per usufruirne è sufficiente caricare un database di immagini da analizzare (con relativa descrizione semantica) su AutoML, e poi “allenare” l’intelligenza artificiale al riconoscimento visuale degli oggetti con un semplice click. Come dimostrato sul palco dagli sviluppatori di AutoML, il sistema non è solo in grado di catalogare in modo intelligente database da migliaia di immagini nel giro di pochi minuti, ma predire con confortante certezza (99,96%) le categorie di appartenenza di nuove immagini non inserite presenti nel sistema.

AutoML da oggi rende possibile anche l’utilizzo di sistemi di machine learning nel riconoscimento del linguaggio e nelle traduzioni, riducendo a pochi click processi complessi. Il gruppo editoriale Hearst sta usando il software per aggiungere tag e organizzare i suoi contenuti nelle varie piattaforme. La piattaforma di donazioni DonorsChoose.org, invece, usa l’automazione di AutoML per valutare le migliaia di richieste di finanziamento ricevute ogni anno dalle maestre di scuole medie ed elementari, catalogando in base alla tipologia delle richieste.

Il Google Next 2018.

“L’AI ha trasformato molti settori in tutto il mondo e ne ha creati altri completamente nuovi. In tutto questo, promette un miglioramento nella qualità della vita e del lavoro prima inimmaginabile”, ha spiegato Diane Greene, ceo di Google Cloud. “Da nicchia tecnologica, oggi è diventato l’elemento che fa la differenza per le aziende di ogni settore”.

Ma le novità non finiscono qui: lo sviluppo di funzioni predittive sta contaminando anche Gmail. Il popolare servizio di posta elettronica, parte integrante della vita di molti consumatori ma anche fulcro della G Suite dedicata al mondo business, implementerà una feature denominata Smart Compose: mentre digiteremo le lettere della nostra mail, la nuova funzionalità ci suggerirà come completare la frase, inserendo risposte “intelligenti” apprese dalle conversazioni precedenti e compilando automaticamente indirizzi e orari. Per il momento la funzione sarà disponibile solo in inglese, ma è previsto il lancio in altre lingue, incluso l’italiano.

In aggiunta ad altri annunci più settoriali, come il lancio della Cloud Services Platform, un software ibrido in cloud per l’aggiornamento e la modernizzazione delle applicazioni, Google ha annunciato il lancio di un correttore grammaticale per i suoi Docs, ponendo fine a una mancanza sempre molto sofferta dagli utenti (e da chi scrive). C’è stato spazio anche per presentare i Voice commands in Hangouts Meet, un nuovo hardware per connettersi a una videoconferenza attraverso comandi vocali, così come uno strumento d’indagine per il centro sicurezza che permette a un admin di identificare se ci sono utenti colpiti da un virus, controllare se qualcosa è stato condiviso esternamente, rimuovere l’accesso a un file di Drive o cancellare email sospette da una singola schermata.

Nei prossimi due giorni si attendono nuovi annunci da parte di Google. Vi terremo aggiornati.

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